Finita anche la Kermesse di Vini ad arte, è ora di fare alcuni bilanci e prima di “tirare” questi, occorre farsi alcune domande:
1 – Come mai i ristoratori e gli enotecari di Romagna e province limitrofe (diciamo la stragrande maggioranza di loro) non si sono visti?
2 – I rappresentanti delle varie aziende, sono venuti tutti (o quasi) alla manifestazione, in modo da farsi trovare pronti in caso di presenza di eventuali ristoratori/enotecari; perchè la loro presenza non è giustificata in altro modo, altrimenti per quale motivo si trovavano tutti lì?
3 – Ha senso fare una manifestazione a Maggio quando si va verso la bella stagione e di vini (nella fattispecie rossi e nella fattispecie Sangiovese) la ristorazione meno ne sente parlare, meglio è (la scusa del caldo torrido è sempre dietro l’angolo)?
4 – Ha senso fare una manifestazione come questa sempre a Faenza quando (almeno fino all’ultima edizione) c’è già Enologica (la quale sarà spostata, pare, a Bologna)?
5 – A qualcuno gliene frega qualcosa dell’antperima del Sangiovese di Romagna/Romagna Sangiovese al di fuori di qui? La domanda pare strana, ma in realtà non lo è; forse occorrerebbe riportare Vini ad arte nel periodo delle anteprime Toscane alla fine di Febbraio, ma l’interesse del pubblico (tranne i soliti 4 accaniti) rapportato al Chianti Classico o al Brunello di Montalcino (per citare i 2 casi più eclatanti) è praticamente pari a zero.
6 – Ha senso utilizzare ancora una DOC che per certi versi è gestita dalle Cantine Sociali, le quali da sole sono in grado di cambiare il disciplinare come pare a loro anche se tutti i piccoli produttori messi assieme votassero contro? L’esempio dei famosi 10 g/litro di residuo zuccherino ora ammessi dalla DOC è solo un piccolo esempio. E quindi ha senso fare una manifestazione imperniata e investire risorse fisiche e finanziarie, energie e tempo su di una DOC che ha un appeal pari a quello di Maga Magò?
A tal proposito sciverò fra non molto del mio pensiero di uscire vita natural durante dalla DOC (meglio dire DOP oggi) e fare IL MIO SANGIOVESE e i motivi di questa idea.
Quindi, dopo tutte queste domande, cerco di trovare delle risposte per capire un po’ di cose:
Domanda 1: Non gliene può fregare di meno.
Domanda 2: Non riesco a trovare una risposta che una, ma non cambia di molto.
Domanda 3: Non ha molto senso.
Domanda 4: Vedi risposta precedente.
Domanda 5: Vedi risposta alla domanda 1.
Domanda 6: No.
A fronte di tutto ciò, non so se parteciperò di nuovo a questa manifestazione; la quale (va detto) è stata organizzata bene, anzi benissimo considerati i tempi in cui l’organizzazione è stata fatta.
Infine, un consiglio che va preso come oro colato, ci viene da Carlo Macchi, direttore della rivista on line “Winesurf” che, a riguardo delle riserve di Sangiovese descrive un profilo che trovo molto azzeccato.
Ci dice: “Molti vini anche in questa categoria, che però si è sfoltita velocemente perché ho deciso (dopo 3-4 assaggi) di non assaggiare le riserve 2011-2010. L’ho fatto perché si tratta di vini assolutamente in evoluzione ma adesso troppo ingessati tra tannini da ammorbidire, legni da digerire e complessità da far venire fuori. Meglio quindi assaggiare 2009 e 2008, dove si trovano vini più espressi e compiuti. I Sangiovese Riserva si confermano così una tipologia che ancora deve trovare il giusto equilibrio commerciale. Non si può basare la stragrande maggioranza della propria produzione su vini che strizzano l’occhio alla piacevolezza per poi passare ad una riserva monolitica, chiusa, ingessata, che nella migliore delle ipotesi avrà bisogno di molti anni per rendersi presentabile. Badate bene dico presentabile, non grande! Questo perché non è che facendo dei vini grossi automaticamente si abbiano dei vini grandi. L’equilibrio è fondamentale, la profondità gustativa e aromatica è basilare ma molte riserve sembrano il fratellone gnucco, quello alto e grosso ma non certo il più sveglio in famiglia. Poi per fortuna ce ne sono di buone ma è l’interpretazione generale che mi crea non pochi dubbi.”
Ecco, questo deve farci riflettere…
Ai miei colleghi le loro risposte.
quest’anno non sono riuscito a passare, ma mi sembra che i punti da chiarire non siano cambiati rispetto all’edizione passata. e questo non e’ bene. ci vediamo a enologica o fai qualcosa prima?
Ciao Sandro, non credo farò nient’altro; ci vedremo ad Enologica (a Bologna? Modena? Quien sabe…) in autunno.